Una Nuova Avventura

InuyashaxKagome

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  1. FullMetal-Alchemist
     
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    L'avevo gia letto in passato da qualche parte ed è una delle storie che mi ha più colpito, sei un'artista nell'immergere completamente il lettore nel mondo di Inuyasha.
     
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  2. kagome123
     
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    grazie ^////^
    nessuno mi aveva mai detto questo ^///^
     
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  3. vdegasperis
     
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    complimenti kagome^^ è una storia veramente bellissima^^
     
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  4. kagome123
     
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    grazie vdega ^^
    spero di riuscire a scrivere il finale a breve.
    Ho già iniziato....e non appena avrò un po' più tempo la porterò finalmente a termine :clap:
     
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  5. kagome123
     
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    Udite udite!!
    ragazzi notizia dell'ultim'ora!!
    Finalmente ho finio di scrivere il 45° capitolo della mia storia ^^
    appena ho tempo la pubblico anche qui, per ora andate a leggerla o su Manganet.net o su EFP
    :hoho:
     
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  6. vdegasperis
     
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    *me si precipita a leggere* Questa storia mi piace sempre di più XD
     
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  7. kagome123
     
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    Posto anche l'ultimo capitolo pubblicato della stroria.
    ATTENZIONE: non è l'ultimo! XD

    Buona lettura


    Poteri Assopiti (Capitolo Finale Parte II)

    CODICE
    “Kagome svegliati! Ci sono le tue amiche giù nel soggiorno!” disse dolcemente Mama Higurashi toccando leggermente la figlia coperta fin sopra alla testa dalle coperte.

    “Mmmh…ma che ore sono?” disse la ragazza con la voce ancora impastata dal sonno.

    “Sono quasi le due di pomeriggio... So che sei stanca, però un’oretta fa si sono presentate qui le tue amiche e… sarebbe poco educato farle andare via senza salutarle, non credi?”

    ‘Ma non hanno niente da fare quelle che venire a disturbare me??? Ahhhhhhhh, proprio oggi che potevo stare nel letto quanto volevo!’ pensò.

    Si alzò sbuffando e sbadigliando, si aggiustò un po’ i capelli arruffati e dopo essersi lavata bene la faccia, si diresse verso il salone.

    “Oh, ben svegliata, Kagome-chan!”

    “Scusa, non volevamo disturbarti.”

    ‘Come no..’ pensò con un gocciolone sulla fronte. “Cosa vi porta da queste parti, ragazze?”

    “Abbiamo portato dei pensierini per Inuki e Kaori.” Disse Yuka sorridente.

    “Dei pensierini? E come mai?”

    “Non dirmi che ti sei dimenticata che oggi è Natale, Kagome-chan!” disse Eri.

    A Kagome sembrò quasi di cadere dalle nuvole. “Natale?”

    “Wow! Te ne sei veramente dimenticata!”

    “Bè, chiunque se ne sarebbe dimenticato se avesse passato le ultime settimane con il capo chino sui libri senza badare a nient’altro.” Intervenne la signora Higurashi facendo il suo ingresso con un vassoio da thè e dei dolcetti.

    “Che sbadata che sono!” disse Kagome tutta rossa in volto e ridendo come una matta.

    In quel momento giunsero Inuki e Kaori felici come non mai.

    “Mamma! Mamma! Guarda che bello!” urlò Inuki mostrando alla madre il peluche che gli era stato regalato. Era un bellissimo e morbidissimo peluche che raffigurava un cucciolo di cagnolino dal pelo nero.

    “Oh, Inuki è proprio stupendo!” disse Kagome osservandolo.

    “Mamma! Mamma! Guarda anche il mio!” urlò Kaori mostrando il suo peluche. Alla bambina era stato regalato un bellissimo cucciolo di lupacchiotto argentato.

    “Kaori, anche il tuo è bellissimo! Ragazze, veramente, non dovevate… e poi non ho nulla con cui ricambiare…”

    “Non preoccuparti, Kagome-chan. Non c’è problema…” disse Eri.

    “La verità è che quando abbiamo visto quei due peluche in vetrina, non abbiamo potuto resistere… ci hanno ricordato da subito i bambini…” disse Yuka con gli occhi che brillavano.

    “Bè, ora che me lo fate notare…”

    Lo sguardo delle tre ragazze si spostò su Inuki e Kaori, i quali sentendosi osservati ricambiarono lo sguardo a loro volta. Quando le piccole orecchie sulle loro testoline si mossero, un sospiro di gioia e adorazione echeggiò nella stanza: Eri e Yuka, abbracciate e con le mani unite, osservavano con occhi luccicanti i due piccoli e tra un sospiro e un altro dicevano: “Sono trooooppo cariniiiiiiiiiiiiiii *__*”

    Kagome e le due ragazze scoppiarono a ridere come matte mentre i bambini le osservavano senza riuscire a capire bene la situazione.

    “State male voi due!” disse Kagome con le mani attorno allo stomaco per il troppo ridere.

    “Non è vero!!” risposero le due ragazze continuando a ridere.

    “Mamma che succede?” “ Chi sta male?” domandarono i bambini.

    “No, niente. Non fate caso a quello che ho appena detto. Avete ringraziato Yuka ed Eri per i regali?”  disse asciugandosi le lacrime che ormai le cadevano copiose per il troppo ridere.

    Inuki e Kaori per tutta risposta si buttarono tra le braccia delle due stingendosi forte ai loro petti.

    “Grazie Eri ! Grazie Yuka!”

    Le due ragazze sorrisero e ricambiarono l’abbraccio.

    …..



    “Bè, per oggi direi che abbiamo disturbato abbastanza.” Disse Eri infilandosi le scarpe e osservando il tramonto che ormai stava ad indicare la fine della giornata.

    “Ci vedremo per il primo dell’anno, Kagome-chan?” chiese Yuka.

    “Si. Poi ci mettiamo d’accordo. Buona serata, ragazze!”

    “Anche a te, Kagome-chan. Ciaoo!”

    Kagome osservò le figure delle ragazze allontanarsi sempre di più fino a scomparire del tutto.

    Sospirò.

    ‘Ora una bel bagno ed un’abbondante cena è quello che ci vuole!’ pensò e si apprestò a chiudere la porta. Improvvisamente un brivido le attraversò tutta la schiena e il cuore le iniziò a battere più forte.

    ‘Ma…ma cosa…succede? Cos’è questa orribile sensazione?’ pensò, portandosi le mani al petto e voltando il capo in direzione della porta.

    In quello stesso istante Inuki e Kaori arrivarono correndo dalla cucina. Sembravano molto agitati e spaventati.

    ‘C’è qualcuno nel giardino.’ Disse Kaori usando il linguaggio inuyoukai.

    ‘Questo è odore di demoni… di parecchi demoni!’ disse Inuki, sempre con il linguaggio inuyoukai e sudando freddo.

    Kagome a quelle parole sgranò gli occhi.  

    ‘D..de…demoni? Nella mia epoca? Ma come è possibile?!’ pensò chiudendo lentamente la porta e indietreggiando con i bambini in braccio.

    ‘Andate in cucina. Arrivo subito.’ Disse bisbigliando ai piccoli, i quali fecero subito come li era stato detto.

    Cercando di mantenere un’andatura normale, salì verso la sua camera e dopo essersi messa la divisa ed aver preso dalla scatola Tessaiga ed arco e frecce, tornò nuovamente nel salone dove la sua famiglia si stava preparando per la cena.

    “Sorellina, che stai facendo?” domandò Souta, notando la sorella per primo.

    Kagome gli fece segno con il dito di rimanere in silenzio e di chiamare la mamma e il nonno perché doveva parlarli con la massima urgenza. Il bambino annuì e corse a chiamarli.

    In pochi minuti erano tutti in cucina.

    “Kagome, cara, si può sapere cosa sta succedendo?” chiese il nonno.

    “Nonno, Souta, Mama... non so come dirvelo ma… fuori nel giardino… ci sono dei demoni…”

    “Che cosa?!”

    “Shhhh! Nonno non urlare! Ci sentiranno!”

    “Ma come è possibile, tesoro? Nella nostra epoca non ci sono…”

    “Questo lo credevo anche io, mamma! Inuki e Kaori sono stati i primi a fiutarne l’odore mentre io ho dovuto concentrami parecchio prima di riuscire a percepire il loro jyaki… non sono uguali a quelli che ero abituata a vedere nell’epoca San Goku. La loro aura è diversa.”

    “Che cosa vogliono da noi?” chiese Souta abbracciando la madre e tremando leggermente.

    “Non lo so, Souta. Non ne ho la più pallida idea. Adesso che la Sfera ha perso ogni potere è strano che provino ad attaccarci…”

    “Mmmm.. e se la Sfera non avesse perso i propri poteri?” disse improvvisamente il nonno, sorprendendo tutti.

    “Cosa vorresti dire, nonno?”

    “Se ci ragionate su, questa è l’unica soluzione possibile. Forse questi demoni sono a conoscenza di qualcosa che noi non sappiamo…”

    Un lungo silenzio avvolse l’intera casa. Tutti stavano pensando intensamente al da farsi quando un forte rumore di vetri rotti giunse improvvisamente alle loro orecchie.

    “Ma cosa..?!”

    In pochi istanti davanti agli occhi atterriti e sorpresi della famiglia Higurashi vi erano una decina di demoni con indosso un uniforme ninja di colore nero pronti ad attaccare.

    “Chi diavolo siete voi?!” urlò il nonno insieme a Kagome, la quale era pronta a scoccare la sua freccia.

    “Via, via…come siamo maleducati…e poi un uomo della sua età non dovrebbe agitarsi così…potrebbe farle male…”

    A quelle parole il gruppo di demoni si spostò immediatamente creando un passaggio. In lontananza una figura di donna avanzava lentamente nella loro direzione.

    Era una donna molto bella. I suoi occhi di color del ghiaccio osservavano freddi e impassibili tutto l’ambiente circostante.

    Kagome si mise ad osservare la strana donna davanti a lei. Quello sguardo così freddo e impassibile le aveva ricordato per qualche istante quello di Sesshomaru, Forse perché anche lei era un demone completo, pensò.

    “Chi sei?” domandò la ragazza.

    La donna si voltò verso Kagome e poi disse:

    “Il mio nome e Yuri, piccola miko. Sono contenta che finalmente le mie lunghe ricerche abbiamo dato esito positivo. ”

    “Ricerche?”

    “Sono ormai 5 lunghi secoli che vago, insieme ai miei seguaci, per l’intero Giappone alla ricerca della miko, la leggendaria ragazza venuta da un lontano futuro che, insieme al suo gruppo di amici formato da un monaco, una sterminatrice di demoni, un cucciolo di demone volpe e..un hanyou, riuscì dopo una terribile battaglia, a sconfiggere il più malvagio e potente demone che sia mai esistito: Naraku!”



    A quelle parole Kagome sgranò gli occhi. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito.

    Certamente la donna davanti a lei era un demone; poteva infatti percepire chiaramente la sua aura demoniaca, però….500 anni…era impossibile crederci…e poi…come faceva a conoscere così bene ciò che aveva fatto nell’epoca SanGoku? Le sorse un dubbio, un terribile dubbio.

    Cercando di mantenere un espressione ed un tono più serio e autoritario possibile, Kagome iniziò a parlare.

    “Questa è la prima volta che al tempio, nel presente, incontro un demone che non sia stato liberato da un precedente sigillo che lo teneva rinchiuso tra i tanti oggetti antichi che custodiamo qui.

    Sei un demone, e non ci sono dubbi. Posso chiaramente percepire il tuo jyaki tutt’intorno. E non solo il tuo…”

    La ragazza si interruppe per qualche secondo per avere il tempo di osservare il gruppo di demoni ninja che li circondavano.

    “…però…permettimi di chiederti come mai, sempre che sia vero ciò che hai detto, hai fatto ricerche su di me durante questi ultimi 5 secoli. Cosa mai può volere un demone come te da me e dalla mia famiglia?”

    La donna osservò a lungo la ragazza con occhi gelidi. Poi prese la parola.

    “Non voglio nulla dalla tua famiglia, ragazzina. Ciò che voglio, lo possiedi soltanto tu.” disse la donna puntando il dito contro di lei e cominciando a ridere malignamente.

    “Co-cosa intendi dire? Io non ho nulla che possa interessarti!” disse Kagome stringendo più forte l’arco a se.

    “Se vuoi, ragazzina, ti aiuto volentieri a fare chiarezza nella tua mente…”

    Stava ancora finendo di parlare quando, con uno scatto fulmineo, si portò a pochi centimetri dal corpo di Kagome, che afferrò con forza dal colletto della maglietta della divisa, sollevandola da terra. Poco dopo si portò con la bocca vicino all’orecchio della ragazza e disse quasi sussurrando:

    “La Shikon no Tama…dammela….e io risparmierò la tua vita e quella dei tuoi cari…”

    Kagome non poteva credere alle sue orecchie. Cercando di nascondere il suo stupore, riprese subito la parola.

    “V-vuoi la..Shikon no Tama? Sei arrivata tardi, bella! Se è vero che hai la bellezza di 500 anni, dovresti sapere benissimo che ormai non è che un inutile pezzo di vetro colorato!! E ora lasciami, maledetta! Se non vuoi che ti purifichi!!” disse Kagome quasi urlando, mentre il suo corpo iniziava ad emanare una sottile ma potente aura rosa.

    La donna ridacchiò e, cogliendola completamente di sorpresa, muovendosi velocissima, sbatté con forza contro il muro la povera ragazza. La mano artigliata della donna rimaneva stretta intorno al collo, togliendole a poco a poco il fiato. Kagome emise un gemito strozzato, mentre cercava in tutti i modi di liberarsi da quella presa soffocante.

    “Oh no, mamma!!” urlarono i piccoli Inuki e Kaori, gli unici ad essere riusciti a vedere l’intera velocissima azione chiaramente. Preoccupati ed arrabbiati, i due bambini non poterono più trattenersi e iniziarono a correre in direzione della madre, sfuggendo alla presa della nonna e dello zio, troppo intenti ad osservare la terribile scena davanti a loro.

    In pochi istanti i due bimbi vennero prontamente circondati e catturati. Ora avevano entrambi un coltello alla gola.

    Kagome, dopo essersi ripresa dalla forte botta, aprì nuovamente gli occhi e osservò con orrore la scena che stava avvenendo a pochi metri di distanza da lei.

    “Oh, oh…ma che cuccioli intraprendenti e coraggiosi che hai…si vede che hanno preso tutto da quel buono a nulla di loro padre!! Hehe…” disse la demone osservando lo sguardo preoccupato della ragazza e ridacchiando.

    “Lasciali stare, maledetta!!!” urlò Kagome con tutto il fiato che aveva in gola.

    A quella risposta la donna cambiò rapidamente espressione, tornando seria. Il suo sguardo cattivo sfidò a lungo quello della ragazza davanti a lei fino a quando non riprese la parola.

    “Tu allora, dammi la Shikon no Tama e io, farò in modo che non venga torto nemmeno un capello a quei piccoli mezzi demoni…”

    “Ti ho già detto che ormai non ha più alcun potere…è un inutile pezzo di vetro, lo vuoi capire si o no????”

    “TACI!!!! Lo vuoi capire che la sfera giace solo in uno stato di sonno temporaneo??” disse quasi ruggendo e osservandola con occhi di fuoco.

    “So-so-sonno temporaneo?” disse a fatica, Kagome.

    “Esattamente. Durante quell’epico combattimento tu, ragazzina, usasti tutto il potere della sfera per distruggere Naraku…o almeno…questo era quello che credevi tu, che MIO PADRE voleva che tu credessi….”

    “Tu-tu-TUO PADRE?!?!”

    Kagome  non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Non era possibile. Era tutto un sogno. Non era vero che davanti a lei vi era una nuova e potente emanazione di Naraku. Non era vero che quel bagliore, quel potentissimo bagliore che aveva sprigionato quella volta durante il combattimento contro Naraku era sono la metà di un potere ancora più enorme racchiuso dentro quella sfera…quella dannata sfera..che era stata l’inizio di tutto…

    Mentre Kagome cercava di mettere in ordine i migliaia di pensieri che ora riempivano la sua testa, Yuri riprese a parlare.

    “….prima del tuo…chiamiamolo ‘soggiorno’ insieme a mio padre, prima che la sfera, contaminata e ormai quasi incontrollabile per lui venisse data nelle tue mani…Naraku, grazie all’aiuto di una potente kuromiko (miko nera), era riuscito a sigillare per metà l’immenso potere della sfera. Sapeva che, anche se lui fosse stato sconfitto di li a poco, questo li sarebbe molto utile in futuro…”

    “No-non capisco.”

    “Se vuoi proverò ad essere più chiara: la kuromiko che aiutò Naraku a sigillare la sfera era..MIA MADRE.”

    “TU-TUA MADRE??!? Quindi tu..non sei un ennesima emanazione di Naraku…?”

    “Esattamente… altrimenti non potrei essere qui a parlarti, no? Non sei stata l’unica sacerdotessa a dare dei figli ad un mezzo demone….hehe…aaah un'altra cosa…. Vedi questa foto?”

    La donna aveva improvvisamente uscito dalla tasca del suo lungo cappotto una foto molto molto vecchia, dove si vedeva chiaramente lei vicino ad una lapide in pietra. Appena vide la foto, il cuore di Kagome perse un battito. Quella nella foto era la grande pietra posta come indicazione del luogo di sepoltura di Inuyasha. Era persino possibile leggere i pochi ideogrammi incisi sulla sua superficie: ‘Sarai per sempre nel mio cuore ’. Kagome incredula continuò ad osservare l’immagine come per cercare qualcosa, qualunque cosa che le desse la certezza che si trattava di fotomontaggi o cose del genere, ma non trovò nulla che potesse confermarle ciò.

    “Sai, ragazzina…questa foto è stata scattata verso la metà dell’ottocento, quando la macchina fotografica era stata appena inventata. Avevo preso quella lapide circa due secoli e mezzo prima e l’avevo tenuta nascosta nel mio appartamento in attesa del momento in cui avessero inventato qualcosa che mi avesse permesso di darti una prova della mia esistenza.”

    Kagome continuava ad osservare in silenzio quella foto.

    “Bella, vero? Mi sarebbe piaciuto portartela qui per mostrartela dal vero ma…sai…pochi istanti dopo aver scattato la foto sono stata colta da un attacco d’ira e…. l’ho frantumata in mille pezzi!!Mwhahahahahahaha!!!”

    “TU, DANNATA BAST--!!!” ma Kagome non potè terminare la frase dato che la mano della demone aveva iniziato a stringere con più forza il suo collo.

    “Mi sono stufata di parlare del passato.  DAMMI QUELLA DANNATA SFERA, RAGAZZINA!!!” disse urlando e cambiando improvvisamente aspetto, tramutando il suo corpo in quello di una belva dagli occhi di fuoco e dalle lunghe zanne.

    “Non farlo, mamma!!!” urlò Inuki che intanto era riuscito a liberarsi dalla presa del ninja e dopo aver corso a perdifiato verso la demone, era in aria a pochi centimetri da loro. Yuri, colta alla sprovvista, non riuscì a reagire all’attacco improvviso del bambino che ora era su di lei e le graffiava il volto, costringendola a mollare la presa su Kagome.

    Kagome non ci mise molto a riprendersi e veloce, estratta una freccia, iniziò ad attaccare i ninja, eliminandoli ad uno ad uno e liberando così Kaori e il resto della famiglia. Poi focalizzò la sua attenzione sulla demone, che ora era terra con il volto pieno di segni rossi.

    Inuki, vedendo che sua madre stava bene, era corso subito da sua sorella, lasciando la demone ferita e stordita a terra.

    “Preparati a sparire per sempre, dannata!A quanto pare non hai preso molto da tuo padre…tranne che il suo aspetto mostruoso!” urlò Kagome, puntando una delle sue frecce verso di lei.

    “Grazie del complimento..hehe…ma devo ricordarti che nelle mie vene scorre anche sangue di sacerdotessa, di kuromiko per la precisione…”

    Mentre pronunciava queste parole la demone si alzò in piedi e dopo aver pronunciato delle formule incomprensibili, tutto il suo corpo venne avvolto da un’aura nera potentissima.

    “Mi sono veramente stancata di giocare. Ora facciamo sul serio. Preparati a morire, ragazzinaaaaaaa!!!” urlò gettandosi a capofitto contro di lei mentre lanciava svariate sfere di energia nera cercando di colpirla.

    Kagome creò subito una barriera intorno a lei e al resto della famiglia usando l’arco. Le sfere rimbalzavano sulla barriera andando a colpire molte parti della cucina e distruggendo tutto sul loro passaggio.

    “La nostra povera casa!” diceva piangendo il nonno, mentre si stringeva di più al nipote e alla figlia, terrorizzato.

    Il tempo passava ma la demone non accennava a smettere di colpirli. La sua energia sembrava inesauribile. Kagome ce la stava mettendo tutta, cercando di far rimanere in piedi il più possibile quella barriera.

    Purtroppo Kagome era un essere umano, a differenza della sua sfidante.  Era consapevole quindi che non avrebbe resistito a lungo se avesse continuato ad attaccare in quel modo.



    Man mano che i minuti passavano, i colpi, anziché diminuire di potenza, aumentavano sempre più, costringendo la povera ragazza a concentrare sempre più energia.

    Inuki e Kaori, che per i primi minuti avevano aiutato la madre con i loro poteri spirituali e che poi avevano dovuto rinunciare a causa della loro inesperienza, osservavano preoccupati la madre davanti a loro, ormai sempre più stremata e sul punto di cedere.

    Infatti, ogni minuto che passava, si vedeva chiaramente che la barriera diventava sempre più sottile e debole.

    I piccoli insieme a tutto il resto della famiglia la incitavano e cercavano di rincuorarla in tutti i modi possibili.

    ‘Devo…resistere….non …posso ….mollare…ora…NON POSSO!’ pensava la ragazza mentre, stringendo i denti, cercava di potenziare la barriera.

    “Non riuscirai mai a penetrare la mia barriera, demone!! Io difenderò la mia famiglia ad ogni costo!” urlò Kagome mentre nuovamente concentrava nuova energia verso le mani e l’arco.

    “Non credo proprio, ragazzina. PRENDI QUESTO!!”

    Improvvisamente un nuovo, potentissimo colpo riuscì a perforare la barriera andando ad infrangersi sulla parete poco distante. Pochi secondi dopo, Kagome vide, suo malgrado, frantumarsi velocemente la parte restante della barriera, spazzando via come nulla ogni suo sforzo precedentemente fatto.

    Kagome, ora in ginocchio, osservava con orrore la casa che ancora tremava a causa del colpo e la sua famiglia poco distante tremante di paura. Il suo corpo, stremato dalla fatica, ora fremeva dalla rabbia.

    “Tu..DANNATA….MALEDETTA…!!!”

    “Che c’è ragazzina? Ti avevo avvisato e ora…stai solo pagandone le conseguenze. Se solo tu ti fossi decisa prima a darmi ciò che cerco..tutto questo non sarebbe successo…lo sai…”

    “TACI! LA SHIKON NO TAMA SI TROVA IN UN POSTO SICURO E IO NON LA CONSEGNERO’ MAI AD ESSERE CRUDELE COME TE!!”

    “Ohhh.. quindi….si trova veramente qui…”

    La donna mentre diceva queste parole si guardò intorno, come per cercare di individuare la presenza, seppur minima della sfera in quell’edificio. Poi, quando il suo sguardo si fu fermato in direzione della finestra della stanza di Kagome, riprese la parola, con un sorriso crudele stampato sulle labbra.

    “Allora….non ti dispiacerà se…ME LA VADO A PRENDERE DA SOLA!”

    Le ultime parole vennero pronunciate come un ruggito, mentre la demone si preparava a spiccare un salto in direzione di quella stanza. Stava per farlo quando inaspettatamente si ritrovò Kagome che la bloccava con la punta della Tessaiga in direzione della gola.

    “Ma come..?? come diavolo hai fatto dannata ragazzina??!! Sei solo un debole essere umano!”

    “Mai sottovalutare un ‘debole’ umano, mio caro demone! O…forse dovrei dire…HANYOU??”

    “Tsk!! Togliti di mezzo mocciosa, se non vuoi che ti faccia male sul serio! E levami di dosso quella tua inutile spada arrugginita!”

    “No. Non ti farò avanzare oltre!”

    La demone infuriata, con un ruggito spaventoso e con una zampata riuscì a far abbassare alla ragazza la lama dal suo collo. Kagome però non si fece prendere di sorpresa e iniziò a controbattere  agli attacchi con la spada.

    Inuki e Kaori osservavano preoccupati il combattimento poco distanti. La loro mamma riusciva a destreggiarsi abilmente con la spada ma…la preoccupazione che potesse accaderle qualcosa era troppo grande. Inuki si portò vicino alla sorella e prese la parola, utilizzando il linguaggio inuyoukai.

    ‘Sorellina… dobbiamo pensare a qualcosa…ho tanta paura per la mamma…’

    ‘Anche io fratellino. Purtroppo anche se usassimo la nostra forza di mezzi demoni…non potremmo proteggerla come avrebbe fatto papà se fosse stato qui…’ commentò tristemente la bambina.

    ‘Kaori…’

    ‘Inuki…non immagini quanto desiderio ho di combattere, di proteggere coloro che amo usando solo la forza delle mie gambe e dei miei artigli, il mio corpo freme di rabbia ma….siamo troppo piccoli e deboli fratellino…’ disse con le lacrime agli occhi.

    ‘Kaori…ti capisco benissimo. Vorrei anche io combattere e difendere gli altri come faceva nostro padre ma…anche se siamo piccoli e deboli…NON POSSIAMO RIMANERE QUI A VEDERE NOSTRA MADRE RISCHIARE LA VITA!’ disse Inuki stingendo i pugni.

    ‘Cosa proponi di fare allora, fratellino?’

    ‘Ho notato che prima la demone guardava verso la camera di nostra madre. Forse la sfera si trova lì da qualche parte…’

    ‘Mmm…e se è vero che ha ancora dei poteri…potremmo chiederle di far tornare in vita nostro padre!’

    ‘Giusto!’

    ‘Andiamo allora, che stiamo aspettando?’ disse Kaori asciugandosi le lacrime e sorridendo nuovamente.

    Inuki annuì e così i due bambini, facendo attenzione a non farsi notare da nessuno, si diressero verso la camera della madre.



    Intanto il combattimento tra le due donne continuava senza esclusione di colpi. Kagome tentava in tutti i modi di tenere testa al demone parando come poteva ogni suo colpo,sebbene ormai fosse allo stremo delle forze. Purtroppo alcuni attacchi erano andati a segno, lasciando la ragazza piena i tagli ed escoriazioni su tutto il corpo.

    “Non ce la fai più, vero mocciosa?” disse sorridendo malignamente mentre spingeva la ragazza verso il muro.

    “Non credere che io mi dia per vinta così facilmente. Posso ancora sconfiggerti!” e dopo aver detto questo, Kagome lanciò una sfera di energia colpendola in pieno viso, cogliendola completamente di sorpresa.

    “DANNATA!!” ruggì in preda all’ira mentre sferrava colpi alla cieca.

    Kagome, cogliendo quell’attimo a suo vantaggio, preparò velocemente arco e frecce e si preparò all’attacco.

    ‘Ora o mai più!!’

    Ma proprio quando stava per lanciare la freccia, un attacco improvviso del demone la fece volare duramente contro il Goshinboku.

    “Phua!” gemette sputando sangue.

    “Ora basta ragazzina. Se tu non vuoi darmela, me la prenderò da sola!” disse e fece un salto verso la camera della ragazza.



    In quello stesso momento Inuki e Kaori avevano individuato la scatola dove era stata riposta la sfera.

    “Eccola qui!” urlò Kaori prendendola.

    “Presto! Esprimiamo il desiderio!”

    “Non così in fretta, mocciosi!”

    Inuki e Kaori girarono terrorizzati la testa verso la finestra. La demone era seduta con le gambe accavallate sulla finestra e li osservava con sguardo malvagio.

    Spaventati, i due bambini iniziarono a indietreggiare lentamente verso la porta.

    “Come hai fatto ad arrivare qui? Cosa hai fatto a nostra madre?” urlò, con voce tremante Kaori, stringendo forte a se la sfera.

    “Oh, non preoccuparti. È viva…per ora, anche se un po’ malconcia. Vedo che l’avete già trovata. Vi ringrazio per avermi risparmiato la fatica.” Disse, osservando la piccola sfera tra le mani della bambina.

    Inuki e Kaori incominciarono a ringhiare.

    “Ora su, da bravi, che ne dite di consegnarmela così più nessuno si farà male?”

    “Scordatelo!” ringhiarono i due bambini, continuando ad indietreggiare.

    La demone continuò ad osservarli in silenzio, senza muoversi. Poi quando i due bambini furono sul ciglio della porta, con un movimento velocissimo, tanto veloce che nemmeno i piccoli furono in grado di vederlo, si posizionò davanti alla porta, bloccando la loro avanzata.

    “Dicevate?”

    Inuki e Kaori sgranarono gli occhi. Presi dal panico, iniziarono a correre da una parte all’altra della stanza. La demone cercava in tutti modi di catturarli, ma i due si muovevano velocissimi e si passavano l’uno con l’altra la sfera. La cosa continuò per 5 minuti buoni, fino a quando la demone, innervosita da ciò, non sferrò una sfera di energia contro i bambini, colpendoli in pieno.



    (pochi minuti prima)

    Appena la demone si fu allontanata accorsero in soccorso di Kagome la mamma e il nonno.

    “Figlia mia, come ti senti?” domandò la madre preoccupata mentre aiutava la figlia ad alzarsi.

    “S-sto bene, mamma… non è niente….”

    “Kagome, stai sanguinando…. Ti prego, fermati finché sei in tempo..”

    “Ascolta tua madre, nipote mia. Non puoi farcela da sola…”

    “Nonno, mamma…non posso. Ho fatto una promessa. La Sfera dei Quattro Spiriti non può e non deve cadere un mani malvagie. Anche se ora racchiude in se solo metà del suo potere, non dovete sottovalutarlo. Voi non avete la minima idea di ciò che può accadere al nostro mondo se il suo potere venisse usato nel modo sbagliato..” disse mentre si metteva in piedi sorretta dalla madre e dal nonno.

    In quel momento delle urla richiamarono l’attenzione della ragazza. Alzato lo sguardo, vide i suoi bambini volare fuori dalla finestra della sua camera e il suo cuore perse un battito.

    (presente)

    In quel momento fu come se lo scorrere naturale del tempo si fosse fermato. Tutto quello che accadde negli istanti successivi fu, per lei, come se fosse stato al rallentatore.

    Durante quegli istanti tutto intorno era caduto in un assoluto silenzio; si poteva udire soltanto il suo respiro affannoso e il battito impazzito del suo cuore.

    Con un agilità che nemmeno lei credeva di possedere, si arrampicò sul Goshinboku, salì più in alto possibile e poi spiccò un salto verso i due bambini ancora a mezz’aria, prendendoli al volo. Ora Kagome, con in braccio ben stretti i suoi bambini, stava precipitando a peso morto verso il terreno. Avevano quasi toccato terra quando una nuova sfera di energia più grande delle precedenti la colpì in pieno.

    Le urla di dolore del resto della famiglia non furono udibili da Kagome, che poté solo vedere le loro smorfie di terrore.

    Un rumore sordo accompagnò il momento in cui il suo corpo rotto e sanguinante toccò terra. Il suo sguardo cadde sui bambini che erano sani e salvi tra le sue braccia. Non riusciva minimamente a muoversi, spasmi e dolori lancinanti attraversavano il suo corpo. Ma non le importava. I bambini erano salvi: questo era ciò che contava.

    Poco dopo anche la sfera dei quattro spiriti, che era evidentemente sfuggita di mano ai bambini a causa del colpo, toccò terra. Quel tintinnio che creò la sfera, risuonò a lungo nelle orecchie della povera ragazza ferita, svegliandola per qualche istante dal torpore in cui stava lentamente cadendo.

    Nei pochi istanti successivi cominciarono velocemente a passare davanti agli occhi di Kagome tutti i momenti più importanti della sua vita.

    Un giorno d’asilo, il giocattolo preferito, il primo giorno di scuola, il padre, la prima volta che aveva visto Souta, la prima uscita con le amiche, il suo primo incontro con Inuyasha.



    Inuyasha.

    Un mezzo demone vissuto nell’epoca SanGoku.

    Un amico prezioso.

    Il primo ragazzo che avesse mai amato.

    Il padre dei suoi figli.

    Inuyasha.



    Sbatté lentamente le palpebre, mentre i suoi occhi si riempivano velocemente di lacrime, che subito iniziarono a cadere leggere sul suo viso insanguinato.

    Una goccia andò a cadere sulla superficie della sfera, che nel frattempo aveva continuato a rotolare fino a fermarsi vicino al volto di Kagome.

    ‘Come vorrei che adesso tu fossi qui…’ pensò, e chiuse gli occhi.



    La demone seduta sul bordo della finestra dopo aver osservato in silenzio la scena, spiccò un salto, fermandosi a pochi metri dal corpo esanime della ragazza.

    Inuki e Kaori, che intanto avevano ripreso conoscenza, cercavano in tutti i modi di far riprendere la madre.

    “Mamma! Mamma! Svegliati, ti prego!” urlava Kaori con le lacrime agli occhi.

    “Mamma! Non puoi lasciarci anche tu!” urlava Inuki, mentre si stringeva sul petto insanguinato della madre.

    “Hehe… la ragazzina non mi ha voluto ascoltare. Ha voluto fare di testa sua e io..ho dovuto agire di conseguenza.” Disse la demone, mentre ghignava soddisfatta.

    Inuki e Kaori scoppiarono a piangere.

    Mama Higurashi, che era rimasta pietrificata fino a pochi attimi prima, corse verso la figlia. Piangeva anche lei. Calde lacrime di dolore le inondavano il viso, mentre stringeva al petto il volto della figlia, che lentamente stava abbandonando la vita.

    “Padre vai a chiamare l’ambulanza, te ne prego…” disse la donna con un filo di voce al nonno.

    L’uomo annuì, si stava per alzare quando la demone lo fermò, lanciandogli contro una sfera di energia che colpi il suolo a pochi centimetri da lui.

    “Dove credi di andare tu?”

    “B-bisogna chiamare l’ambulanza. Altrimenti Kagome…”

    “Qualsiasi cosa facciate ormai è troppo tardi.”

    “C-cosa? Vuol dire che …??”

    “Non ancora…è solo questione di minuti…”

    Il nonno a quelle parole cadde in ginocchio e cominciò a piangere forte. Souta incurante del demone, corse vicino alla sorella piangendo come una fontana. La madre abbracciò la figlia insieme ai nipoti, mentre si abbandonava ad un pianto disperato.



    “Tsk! Umani…” mormorò scocciata la demone, mentre si avvicinava alla sfera, che intanto era rotolata un po’ più là.

    TU-TUM

    TU-TUM

    Un rumore improvviso richiamò la sua attenzione.

    TU-TUM

    TU-TUM

    ‘Ma..ma…cosa può essere?!’ pensava mentre cercava di individuarne la provenienza.

    TU-TUM

    TU-TUM

    Improvvisamente la terra iniziò a tremare e il vento cominciò a soffiare forte. Il cielo che fino a pochi istanti prima era limpido, divenne nerissimo e cupo.

    “Ma cosa…cosa diavolo succede???”

    TU-TUM

    TU-TUM

    TU-TUM

    TU-TUM

    Quel battito diventava sempre più forte e insistente.

    La demone cominciò a sudare freddo.

    “Che sia…”

    TU-TUM

    TU-TUM

    “…no! E’ impossibile…”

    TU-TUM

    TU-TUM

    “..non ci credo!!”

    Tremando, spostò lo sguardo verso il suolo. La sfera aveva cambiato colore e pulsava emanando la sua energia che pian piano si stava risvegliando.

    “Il sigillo! Il sigillo è stato infranto!!!”

    Appena ebbe pronunziato queste parole, una luce bianchissima ed abbagliante invase tutto il tempio Higurashi, illuminandolo quasi a giorno.

    La luce colpì in pieno la demone, bloccando ogni suo tentativo di fuga.

    “Maledizione! Devo fare qualcosa, prima che il sigillo venga infranto del tutto!” disse a sforzo mentre cercava di alzarsi e iniziava a creare una barriera nera intorno a se per proteggersi dal venire purificato.

    ‘Lancerò un potente incantesimo sulla sfera così da convertire il suo potere per i miei scopi.’ Pensò e con uno sforzo immane si mise all’opera. Aveva quasi finito quando una lama di luce rossa colpì la sua barriera, spazzando via sia la barriera che la sfera che aveva quasi faticosamente creato.

    “Cosa diavolo credevi  di fare, dannata?” disse una voce dal tono strafottente poco distante.

    Yuri sgranò gli occhi, infuriata e spaventata al tempo stesso.

    “COME HAI OSATO OSTACOLARMI??!! FATTI VEDERE DANNATO!!” ringhiò infuriata.

    “Se ci tieni così tanto…”

    Finito di parlare, il misterioso individuo spiccò un salto verso il cielo, uscendo per pochi attimi dalla luce bianca creata dalla sfera per poi rientrarci e atterrare a pochi metri da lei e dal resto della famiglia.

    La fitta nebbia bianca che si era venuta a creare grazie alla sfera, iniziò a poco a poco a diradarsi rendendo sempre più nitida l’immagine del giovane davanti a lei.

    La prima cosa che poté notare fu che era vestito con un semplice kimono bianco e non portava calzature ai piedi. Al collo vi era un rosario molto antico e lunghi capelli argentati scendevano selvaggi lungo le spalle. Sulla testa facevano bella mostra due simpatiche ed inusuali orecchie da cagnolino.

    Yuri ora tremava come una foglia.

    “Non è possibile…non ci credo… tu…sei morto…” disse con voce tremante.

    “Fhè…questo lo credevo anche io fino a pochi minuti fa. Ma, per mia fortuna e, soprattutto, per tua sfortuna, ora io, Inuyasha, sono qui, vivo e vegeto e davanti ai tuoi occhi!” disse mettendosi nella sua solita posizione di sfida, con Tessaiga poggiata sulle spalle.
     
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  8. kagome123
     
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    Vorrei comunicare a tutti che la fanfiction è finalmente TERMINATA!
    correte numerosi a leggere l'ultimo capitolo sui siti epf o manganet ^^
     
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  9. Kagome-chan960
     
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    Fanfiction su InuYasha! *gridolino da fangirl isterica* Kya!
    *_* Scrivi anche tu su EFP? *saltella*
     
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68 replies since 8/4/2008, 16:31   1956 views
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