The Dance of Fire and Wind

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  1. Dragon Guardian
     
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    Penso che il mio modo migliore per presentarmi sia tramite una FF: questa è una nuova storia che ho cominciato qualche giorno fa, per ora metto solo l'inizio. Fatemi sapere se vi piace :woot:

    The Dance of Fire and Wind

    Lessi un libro una volta, mi pare si chiamasse "Giulietta e Romeo", parlava di un'amore tormentato dai legami di sangue tra i due amanti; quando lo lessi, era il mio primo giorno di ribellione. Mio padre era riuscito a farmi entrare nel liceo più vicino nonostante fossero passati ormai due mesi dall'inizio delle lezioni e io non potevo che essere più felice di così: prima d'ora non ero mai stato in una vera scuola, mi aveva insegnato quasi tutto mio padre.
    Appena entrato a scuola, la professoressa mi prese da parte, mi illustrò il regolamento e il programma già affrontato, poi mi fece entrare insieme a lei in classe.
    -Questo è un vostro nuovo compagno, coraggio, di come ti chiami e qualche tuo interesse- disse lei
    -Il mio nome è Ryuji Mizuiro...– risposi -...qualche interesse...niente in particolare-
    -Ah...molto esauriente...- indicò un banco in prima fila, vicino alla finestra -...bene, puoi metterti lì-
    Mi sedetti, sentivo tutti gli sguardi dei compagni fissarmi. Le prime due ore passarono tra i teoremi di geometria e le disequazioni...una noia mortale; io guardavo il cielo fuori dalla finestra, si stava rannuvolando, e ogni tanto ascoltavo. Appena l'insegnate uscì dalla porta, l'intera classe si alzò e cominciarono a parlare tra loro; io rimanevo a fissare il cielo ma una ragazza si avvicinò a me.
    -Ciao!- mi disse
    Io mi voltai: era una ragazza piuttosto carina, con un seno molto più abbondante rispetto alle altre compagne, i capelli rossi lunghi e gli occhi verdi.
    -Ciao...- risposi io
    -Ti chiami Ryuji vero?-
    -Si...-
    -Timido eh? Capita tutti quando ti trasferisci, io mi chiamo Fuiki Renki-
    -Piacere...- mi voltai di nuovo verso la finestra -...mi stanno ancora osservando?-
    -Eh?- si guardò intorno -Non dar loro peso, anche se devo ammettere che sei una strana figura...-
    -Perché?-
    -Penso sia raro incontrare un ragazzo con i capelli e gli occhi dorati, posso chiederti da dove vieni?-
    -Vengo dall'altro versante della montagna-
    -Non mi ricordavo che ci fosse una città lì...- lei vide il mio braccialetto -...bello! C'è anche un dente attaccato, di quale animale è?-
    -Questo? Viene dato a chi dimostra di essere passato alla fase adulta... viene da un'animale molto raro...- la guardai negli occhi -...questa, è la zanna di un drago!-
    Proprio mentre finivo la frase, il professore entrò dicendoci di sederci, lei si allontanò con uno sguardo stranito.

    Appena la scuola finì, mi diressi verso l'appartamento che aveva affittato per me mio padre: era un monolocale in un piccolo complesso vicino al centro, non era fantastico ma non potevo certo lamentarmi. Misi qualcosa di veloce sotto i denti, poi, nonostante il tempo facesse presagire pioggia, uscii nel primo pomeriggio per conoscere meglio la città. Era la fine di novembre e in alta montagna faceva molto freddo, la gente correva su e giù cercando di tornare alla propria casa o al proprio lavoro prima che piovesse; ogni tanto mi lanciavano un'occhiata, non riuscivano a capire come facessi a rimanere con una semplice camicia mentre loro erano imbacuccati in enormi cappotti.
    Camminai per circa un'oretta prima che cominciasse a piovere a dirotto. Sulle strade ormai non c'era più nessuno, passeggiavo tranquillamente sotto la pioggia, senza curarmi di niente. Passai di fianco a un vicolo: vidi tre ragazzi che stavano armeggiando di fianco a un cassonetto delle spazzature, incuriosito dalla vista mi avvicinai e loro si girarono verso di me lasciandomi intravedere la figura di Fuiki.
    -Cosa state facendo?- chiesi io
    -Stavamo semplicemente intrattenendo questa ragazza con qualche storiella divertente- mi ripose quello al centro
    -Non sembra che lei non sia d'accordo...non vi pare?-
    -Bene, ho un ottimo metodo per convincere le persone a sloggiare...- il ragazzo più vicino e mi tirò un pugno nello stomaco -...allora? Hai qualcos'altro da dire?-
    -Che ne dici di provare un vero pugno?-
    Gli tirai anch'io un pungo nello stomaco, lui si accosciò per terra, poi con uno scatto mi misi davanti a quello più lontano e lo scaraventai in avanti con una manata di palmo sullo sterno. Mi girai verso l'ultimo rimasto, lo presi per il collo e lo alzai.
    -C-Chi diavolo sei tu?- mi chiese impaurito
    -Non ti è dato saperlo...spera solo di non incontrarmi ancora o brucerai nelle fiamme dell'inferno! Feccia!-
    Lo lasciai, raccolse i suoi compagni e scappò via. Io mi avvicinai a Fuiki, tremava e aveva un livido sulla guancia.
    -Tutto bene?- le chiesi
    Lei annuì.
    -Abiti vicino? Ti accompagno a casa-
    -Uhm...-
    La seguii per un paio di isolati, teneva la testa bassa e non parlava: più che normale dopo quello che era successo. Si fermò davanti a una casa, suonò alla porta e uscì una donna sulla quarantina con i capelli neri; prima guardò Fuiki, poi mi fissò con sguardo di sfida.
    -Che cazzo gli hai fatto? Eh?- mi chiese
    -Lui non centra niente, è stato lui a salvarmi!- Fuiki si mise in mezzo
    -D'accordo...entrate su-
    La donna prese Fuiki e lo accompagnò in una stanza, poi si avvicinò verso di me.
    -Tu...sei uno di loro vero? Uno del villaggio a est?- mi chiese
    -Solo nel sangue...-
    -Anche troppo per i miei gusti... ma nonostante tutto devo ringraziarti...se vuoi rimanere fai pure...- avvertivo dell'ostilità
    Lei tornò da Fuiki, io mi sedetti ed aspettai.

    Aspettai per circa mezzora, grazie al calore anormale del mio corpo i vestiti si asciugarono in poco tempo, prima che le due uscissero, vedevo la madre di Fuiki bisbigliarle qualcosa ma non riuscii a sentire cosa; Fuiki mi salutò poi andò in un'altra stanza, sua madre mi si avvicinò.
    -Ha un po' di febbre, ma per il resto sta bene...- mi disse
    -Ottimo...ha un pezzo carta?- lei mi passò un block note io ci scrissi il mio numero di cellulare -...appena sta meglio oppure se serve qualcosa, la prego di farmi sapere...anche se non penso lo farà...-
    Uscii e me ne tornai a casa. Subito dopo mangiato mi feci una doccia, appena mi rivestii, sentii il cellulare squillare: era un messaggio della madre di Fuiki, mi diceva di andare da lei il più presto possibile...
    Corsi fino alla casa di Fuiki, sua madre mi fece entrare e mi condusse fino alla sua stanza.
    -Qual'è il problema?- chiesi io
    -Dice che non riesce a dormire senza di te...-
    Io rimasi piuttosto stupito della risposta; lei mi mise una mano sulla spalla.
    -Ti conviene non approfittare del momento altrimenti...-
    -Non lo farò- la interruppi
    Entrai nella stanza, i muri erano dipinti in modo che assomigliassero ad un cielo; Fuiki stava coperta fino al naso, io mi sedetti su una sedia di fianco al suo letto.
    -Scusa...- sussurrò lei -...non avrei voluto disturbarti tanto...-
    -Non ti preoccupare, sono uno che dorme poco la notte-
    -I ragazzi di oggi...sei forte...-
    -Mio padre mi ha addestrato nel combattimento...-
    -Potresti...insegnarmi...un giorno di questi...- si stava addormentando
    -Va bene, ma per ora dormi...-
    Fuiki si addormentò velocemente, io aspettai vicino a lei per circa un'oretta ma avvertii una presenza vicina. Dalla finestra della camera saltai fin sopra il tetto della casa vicina, seduta sul comignolo stava una figura molto familiare: capelli lunghi dorati, un seno invidiabile e due occhi da far rabbrividire.
    -Che ci fai qui?- le chiese
    -Sono passata per vedere se il mio fratellino se la cava...- rispose lei sorridendo -...e pare di si, solo un giorno che sei qui e già fai conquiste-
    -Ti ha mandato nostro padre vero?-
    -Diciamo che me lo ha chiesto ma sono venuta qui di mia spontanea volontà...sei sicuro di non voler tornare?-
    -Sì, tanto non ha bisogno di me...sei tu la primogenita-
    -Non si tratta solo di quello...quella è la nostra casa-
    -Forse per te...nostra madre non è ancora tornata?-
    -Non ancora...-
    -Bene...- mi voltai
    -Quella ragazza, perché l'hai salvata?-
    -Tu meglio di chiunque dovresti sapere che non sopporto certe cose...-
    -Allora perché stai tornando da lei...forse ti piace...?-
    -Non sono affari tuoi!-
    Tornai nella stanza e chiusi la finestra, feci per andarmene ma sentii Fuiki singhiozzare: piangeva e continuava a tremare. Le misi una mano sulla fronte, la febbre continuava a salire, avevo lasciato la finestra aperta e la stanza si era raffreddata. Non so quale strano ragionamento feci, anzi, probabilmente non ragionai affatto, mi tolsi la camicia, mi misi sotto le coperte con le abbracciandola e tenendo la sua testa contro il mio petto. Lei smise subito di piangere...che avesse sentito la mia assenza...?

    Appena aprii gli occhi la mattina mi trovai davanti il volto di Fuiki, riuscivo a sentire il suo respiro; uscii dal letto cercando di non svegliarla, mi accorsi che la mia camicia era stata piegata sulla sedia, me la misi, poi guardai l'orario sul cellulare: era quasi ora di andare a scuola. Mi precipitai a casa per prendere lo zaino e poi corsi a scuola. Durante la seconda ora però si sentì bussare alla porta ed entrò Fuiki, si scusò con il professore e si mise a sedere. Durante l'intervallo andai a parlarle.
    -Non dovresti riposare?- le chiesi
    -Quando mi sono svegliata stamattina, stavo benissimo ed anche il livido era già andato via quindi ho deciso di venire lo stesso-
    -Sei incredibile...dopo quello che hai passato...-
    -Non mi prendere per una di quelle ragazze senza spina dorsale...-
    Fuiki cominciò a guardare fisso davanti a se, io mi voltai e vidi il ragazzo del giorno prima, quello che avevo attaccato al muro, che stava parlando con alcuni compagni di classe. Mi diressi verso di lui.
    -Non ti avevo avvertito?- gli urlai
    -N-Non pensavo fossi di questa classe...me...me ne vado subito!-
    Fuiki mi prese per il polso.
    -Non vorrai fare a botte già il secondo giorno?- si mise davanti al ragazzo -Ti devo una cosa...- gli tirò un pugno sulla mascella che lo fece rotolare indietro
    -S-Scusatemi!- strisciò via
    Dei compagno nessuno disse niente e lui non osò neanche parlarne con un professore: essere picchiato da una ragazza, nessuno vorrebbe raccontarlo. Durante l'ultima ora mi arrivò un messaggio sul cellulare, era Fuiki, mi disse di andare appena finita la lezione sul terrazzo della scuola. Aspettai che tutti gli altri uscissero e poi mi diressi là, non ci ero mai andato: era uno spiazzo di circa 20 metri quadrati sul tetto della scuola. Fuiki mi aspettava contro la rete sul bordo del tetto.
    -Come hai avuto il mio numero?- le chiesi
    -Mi madre...ha detto che poteva farmi comodo...-
    -Come mai questo ritrovo improvviso?-
    -Non ti ho ancora ringraziato come si deve...- si avvicinò a me -...d'ora in poi puoi chiedermi qualunque cosa-
    -Ma che dici...!?- arrossii leggermente -Non riesco a trattenermi quando succedono cose come questa...tu piuttosto come hai fatto a finire con loro?-
    -Niente...tornavo a casa e hanno cercato di abbordarmi, poi quando mi hanno trascinato nel vicolo ho cercato di andarmene e mi hanno dato un pugno-
    -Certa gente...vorrei che sparisse dalla faccia della terra...però, sembri diversa da quella di ieri-
    -L'ho notato anch'io, forse l'esperienza mi è servita...oppure mi sento forte perché ci sei tu al mio fianco...-
    Io non risposi, ci guardavamo negli occhi.
    -Posso farti una domanda?- mi chiese -Tu hai un sogno?-
    -Un sogno...no, direi di no- risposi
    -Io ne ho uno...forse ti sembrerà stupido..ma il mio sogno è quello di volare: quella leggerezza, quel senso di libertà...vorrei che fosse mio-
    -Anch'io da bambino sognavo di volare...-
    -Ora non più?-
    -Ora...- sorrisi -...ora ho imparato a volare...- lei mi guardava stupita -...sai mantenerlo un segreto?-
    -Io...- vedevo che i suoi occhi erano insicuri -...certo, dimmi qualunque cosa-
    -Volevo che almeno tu lo sapessi...il villaggio da cui vengo, è situato nella parte più alta della montagna, tanto che nessuno è mai riuscito a trovarlo. C'è una leggenda, si dice che i suoi abitanti derivino direttamente dai draghi che una volta popolavano queste montagne. Io sono uno di loro, io...sono un drago-
    -Tu..sei...-
    Non l'avevo mai detto a nessuno prima, e avevo sempre pensato alla reazione peggiore.
    -Che figata!- esclamò lei
    -Eh?- io rimasi stupito
    -Ecco perché sei così forte, fammi vedere la tua forma di drago!-
    -...non posso...-
    -Perché?-
    -Sarebbe troppo lungo da spiegare e forse non capiresti...però posso mostrarti questo-
    Mi tolsi la camicia e feci spuntare della mia schiena due grandi ali dorate.
    -Incredibile...posso toccarle?-
    -Certo...-
    Fuiki mi si avvicinò mise la mano destra sull'ala.
    -È così calda e dura...-
    -La corazza di un drago è quasi indistruttibile e il suo corpo raggiunge i 43 gradi costanti-
    -Prova a sputare fuoco!-
    -Non penso sia una buona idea...- Fuiki mi guardò con gli occhi dolci -...d'accordo...-
    Guardai verso l'alto, inspirai profondamente e poi buttai fuori...solo aria...
    -Ehm...qualcosa non va...?- chiese lei
    -Non è possibile, non mi è mai successo- risposi io
    -Forse sei troppo agitato o forse sono io...-
    -Non è quello, la fiamma di un drago non può essere estinta...esiste solo un modo ma...- ripensai a tutto l'accaduto e rimisi insieme i pezzi -Fuiki...quando mi hai parlato la prima volta, hai detto che è difficile quando ti trasferisci altrove, tu non sei di qui vero?-
    -Per la verità no, io e mia madre ci siamo trasferite qui quando avevo 5 anni, prima vivevamo in un paesino ad ovest-
    -Questo...spiega tutto...-
    -Spiega cosa...?-
    Mi voltai, retrassi le ali e mi rivestii.
    -Cosa vuoi dire?- insistette lei
    -Non cercarmi, dimenticami, io te non ci siamo mai conosciuti!- dissi io
    -No aspetta, spiegami!- mi prese per il braccio -Perché tutto questo all'improvviso?-
    -Fin dall'antichità, non erano solo i draghi ad abitare queste terre, c'era un secondo villaggio, sul versante opposto della montagna: i Fujin-
    -Fujin, cosa sarebbero?-
    -Sono Dei che controllato il vento che combatterono con i draghi per il dominio del cielo, ancora la faida non si è estinta...-
    -E questo cosa centrerebbe?-
    -Sai perché ti senti così forte oggi? Pare che gli unici che potessero fermare il fuoco di un drago, fossero i Fujin. Quando entrano in contatto con uno di loro, rubano loro il fiato di fuoco e non riescono a sputarlo per un determinato lasso di tempo-
    -Tu vorresti dirmi...che io sono un Fujin e che ti ho privato del tuo fuoco?-
    -Si...probabilmente non hai ancora sviluppato i tuoi poteri, ma grazie al mio respiro dovrebbero diventare più forti e comparire-
    -A me non interessa di queste cose...io voglio solo...-
    Mi voltai di scatto, trasformai il braccio: era ricoperto di squame dorate e con le unghie aguzze puntavano alla gola di Fuiki.
    -Sarà meglio per entrambi se...-
    Mi fermai, vidi che Fuiki stava piangendo e mi venne un nodo in gola.
    -Perché...- singhiozzò lei -...non mi interessa se sei un drago...non mi interessa niente! Io...io voglio solo stare con te!-
    Non seppi come rispondere...abbassai il braccio e rimasi come pietrificato, Fuiki se ne andò via in lacrime.

    Quella notte non riuscii a dormire, continuavo a rivedere il volto di Fuiki e stavo sempre peggio. La mattina seguente il destino ne fece un'altra delle sue: ci fu un cambio di posti e io finii attaccato a Fuiki. Durante l'intervallo rimanemmo seduti al posto, cercando l'occasione di parlare.
    -Scusa...- dissi io -...ho esagerato...-
    -No, anch'io ho esagerato...-
    -Quello che hai detto ieri...-
    Ci furono alcuni istanti di silenzio.
    -Ho parlato con mia madre...è vero, sono un Fujin...per la verità non so se esserne felice o meno...anche lei mi ha detto di starti lontano ma io non voglio e non riesco-
    -Pare che il fiato dei draghi sia come una droga per voi- borbottai
    -Ha risposto così anche lei...ma come ho già detto, non mi interessa; anche se fosse questo oppure una specie di “complesso del salvatore”, io voglio rimanere con te-
    -Sono un'idiota...dico tanto di odiare queste leggi che ci incatenano da migliaia di anni e poi io steso ci ricado...forse è meglio che ti racconti il motivo perché me ne sono andato dal villaggio-
    Fuiki mi fissava con sguardo interessato.
    -Fin da piccolo mi è stato insegnato tutto da mio padre, lui è il capo del villaggio e quindi riponeva in me le sue speranze come successore; mi istruì sul combattimento, sull'importanza del legame di sangue che scorre tra gli abitanti e le nostre usanze. Eppure io non ero sicuro che queste fossero giuste, mi sembrava che portassero gli altri ad essere violenti e bellicosi. Quindi non volendo diventare come loro, mi creai un codice di comportamento tutto mio-
    -Che tipo di codice?-
    -Ero piccolo e mi fermai alla prima prospettiva che mi piacque, trovai un libro sulla cavalleria e decisi di farne la mia Bibbia. Però pian piano cominciai ad odiare tutti gli altri draghi intorno a me e pure la mia stessa forma, per questo non te l'ho mostrata completamente. Nonostante cercassi di trattenermi, le mie idee ribelli cominciarono a venire a galla e diventai la pecora nera del villaggio. Appena ne ebbi la possibilità, dimostrai di essere adulto, ricevetti il braccialetto e me ne andai-
    -Quindi...tu saresti una specie di cavaliere...-
    -Non mi considero tale, ma i valori sono i medesimi-
    -...sembra tratto da un romanzo...-
    -Lascia perdere, sapevo che non avresti capito...-
    -Non intendevo quello...è solo che mi sembra strano... e poi la mia storia non è così entusiasmante: i miei non andavano d'accordo e quindi io e mia madre ci trasferimmo qui-
    Suonò la campanella, per il resto della lezione non parlammo. Una volta usciti da scuola Fuiki mi si avvicinò.
    -Senti...- mormorò lei -...avresti voglia di fare un giro insieme oggi?-
    -Volentieri...- vidi i suoi occhi illuminarsi -...ma non oggi-
    -Uhm...d'accordo...-
    -Mi spiace, ma a quanto pare mio padre ha veramente voglia di rompermi le scatole...vuole che torni al villaggio, quindi devo andare a parlargli-
    -Vengo a anch'io...-
    -No!- la interruppi
    -Perché?-
    -Non ricordi? Noi dovremmo essere nemici, non puoi entrare nel villaggio-
    -Vado là per accompagnarti non per muovere guerra-
    -No, punto e basta!-

    Mi diressi fuori città, Fuiki mi seguì cercando di convincermi ma io neanche rispondevo.
    -Torna a casa Fuiki...- le dissi
    -No, voglio venire con te-
    -Non puoi-
    -Quale sarebbe il problema?- io non risposi -Ho capito...forse sarebbe un disonore presentarti con a fianco un nemico- mi avvicinai a lei -Ho colpito nel segno?-
    -Vuoi davvero sapere perché non puoi venire con me?-
    -Si!- lei aveva uno sguardo sicuro
    -L'ultimo Fujin che ha provato ad entrare è stato bruciato vivo...e non voglio che accada anche a te-
    -Allora forse non hai capito, io rimarrò al tuo fianco, quindi ti seguirò ovunque!-
    Ci fu uno scambio di sguardi, poi sorrisi.
    -Ok...sarà interessante vedere la facci di mio padre-
    -Perfetto! Da che parte si va?-
    -In alto...- mi tolsi la camicia e la lanciai a Fuiki
    -Vuol dire che...dobbiamo volare...-
    -Se deve essere nascosto, non ci si può arrivare così facilmente...- la presi in braccio e aprii le ali -...pronta?-
    -Si...- non mi sembrava molto convinta
    Spiccai il volo, Fuiki mi si aggrappò al collo con forza.

    Volammo per qualche minuto, poi atterrai in una piccola radura alla fine di un fitto bosco; Fuiki non sembrava stare molto bene.
    -Non ti preoccupare, è la nausea della prima volta- dissi io
    -La prossima volta avverti prima di partire...- si guardò intorno -..piuttosto, dove siamo?-
    -Siamo vicino al villaggio, dobbiamo fare un pezzo a piedi-
    -Non facevamo prima ad andare direttamente là...?-
    -Sopra il villaggio il vento è instabile a causa della sua posizione-
    -Mi chiedo perché ci fosse bisogno di complicarsi tanto la vita...-
    -Anch'io a volte...-
    Risalimmo la montagna per circa un chilometro ed entrammo in città: tutte le case avevano dei segni di bruciature, la poca gente che era intorno continuava a fissarci, ma non penso che fissassero Fuiki che intanto si guardava intorno con aria stupita.
    -Me lo immaginavo diverso visto che lo chiamavi villaggio...più antico...- borbottò lei
    -Questa è una cittadina come tutte le altre...a parte per quel particolare...-
    Salimmo una scalinata ala fine della quale stava un grosso tempio.
    -Eccoci, siamo arrivati- esclamai
    -Cioè...questa sarebbe casa tua...?-
    -Si, ogni capo-villaggio deve alloggiarci, è tradizione-
    Entrammo, passammo diverse stanze piene di statue e dipinti, arrivammo fino allo studio di mio padre: stava su una gigantesca poltrona in pelle nera e stava armeggiando con alcune scartoffie.
    -Sono qui...- dissi io -...cosa volevi dirmi?-
    -Ryuji...- rispose lui con voce rauca -...penso di aver sopportato molto...- si alzò e si voltò verso di noi -...ma portare qui un Fujin mi sembra veramente troppo!-
    Mio padre aveva una figura molto imponente e sinistra: occhi e capelli neri come la pece, un fisico muscoloso e una voce estremamente bassa.
    Si scagliò verso di noi, io gli andai incontrò, parò il suo pugno con il palmo e lui fece lo stesso con il mio.
    -Stai buono vecchio, altrimenti dovrò farlo io con le cattive-
    -Non sei alla mia altezza...ma non sei sicuramente venuto per questo vero?-
    -Perché vuoi che ritorni qui?-
    -Non ci sono ragioni, sola la mia volontà-
    -Tu mi hai permesso di andarmene e dopo neanche una settimana hai già cambiato idea?-
    -Si-
    -Perché dovrei sottostare alla tua decisione?-
    -Perché sono tuo padre e quindi...-
    -Ti prego- lo interruppi -Non ricominciare con questa storia-
    -Io avrei un compromesso...- mia sorella entrò nella stanza -...Ryuji, tu in fin dei conti vuoi rimanere insieme a lei vero, cosa che puoi fare anche abitando qui, tanto non sei lontano dalla città quindi puoi continuare a frequentare il liceo-
    Io ci pensai un attimo.
    -Va bene, mi piace...- dissi io
    -Grazie di averlo convinto, Ryuga- esclamò mio padre
    -Non l'ho mica fatto per te, voglio evitare che succeda come l'ultima volta...- uscì
    -Possibile che nessuno mi porta rispetto...allora siamo d'accordo?-
    -Ho solo una piccola richiesta: Fuiki potrà entrare ed uscire dal villaggio a proprio piacimento-
    -Potrà restare solo se in tua compagnia, su questo sono irremovibile!-
    -Allora...affare fatto...-
    Io e Fuiki uscimmo fuori.
    -Mi spiace per averti messa in mezzo a questa storia- sospirai io
    -Non ti preoccupare, abbiamo risolto il problema è questo l'importante...piuttosto, quella di prima è tua sorella?-
    -Si, Ryuga-
    -Devo ammettere che è proprio bella...-
    -Ed è anche molto forte...- sorrisi -...almeno questa volta è stata utile-
    -Vai d'accordo con lei?-
    -Per la maggior parte sono scaramucce da fratelli...una volta eravamo molto legati, poi...niente, te la racconterò un'altra volta-
    -Ora che si fa?- mi chiese sbadigliando
    -Io devo controllare una cosa...vuoi venire con me?-
    -Certo!-

    Andammo fuori città, c'era una collina e in cima stava un cespuglio di rose gialle.
    -Incredibile...non credevo potessero resistere in un clima così freddo!- esclamò Fuiki
    -Le piantò mia madre quando i due villaggi rivali firmarono l'armistizio, poco prima che io nascessi...me le ha lasciate in custodia quando se ne è andata un anno fa...- mi rattristai
    -Ryuji...non credevo...-
    -Ma cosa hai capito...? Se ne è andata per delle questioni diplomatiche, è pur sempre la moglie del capo...-
    Ci sedemmo per terra guardando il panorama, le montagne lontane erano coperte dalle nuvole che preannunciavano neve.
    -Sto bene quando sono con te...- disse Fuiki appoggiandosi al mio petto
    -Sai una cosa...anch'io...- le bisbigliai all'orecchio
     
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